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Riproduzione assistita: l’importanza di intraprendere un percorso personalizzato

Il ricorso alla fecondazione assistita in Italia cresce in maniera costante, come testimoniano gli ultimi dati resi pubblici dal Ministero della Salute in relazione all’attuazione della legge 40/2004 – ovvero la norma che, appunto, regola la Procreazione Medicalmente Assistita nel nostro Paese.

I numeri si riferiscono all’anno 2019 e confermano una tendenza in aumento: in questi dodici mesi, infatti, sarebbero stati 14.162 i bambini nati grazie a questa tecnica, a fronte dei 14.139 dell’anno precedente. La quasi totalità di essi è venuta al mondo senza il ricorso alla donazione di gameti e, in termini percentuali, le nascite realizzate con la PMA sono state il 3,4% sul totale dei bambini nati in Italia.

Il report evidenzia inoltre la presenza di una forte disparità di offerta fra le varie regioni, con il Sud Italia caratterizzato da meno centri per la riproduzione assistita rispetto ai territori settentrionali.

Per le coppie che desiderano essere sostenute nel percorso di fecondazione assistita, individuare la struttura in grado di portare avanti efficacemente il cammino e, allo stesso, di fornire il supporto necessario, è ovviamente di fondamentale importanza.

Tra i centri di eccellenza presenti in Italia spicca Eugin, che si distingue per la grande esperienza accumulata nel corso degli anni e per l’alto livello professionale del suo staff.

I centri di PMA Eugin sono dislocati su tutto il territorio nazionale e offrono un’ampia gamma di servizi, fra cui anche quello che prevede il congelamento degli ovociti. Com’è possibile leggere anche sul sito ufficiale delle cliniche, i costi per fecondazione assistita variano ovviamente in base al tipo di trattamento necessario, che può essere di tipo omologo oppure eterologo.

Quale percorso per la PMA

La fecondazione assistita include una serie di interventi che vanno sotto la più ampia definizione di PMA, sigla per identifica la Procreazione Medicalmente Assistita.

Lo scopo è quello di creare l’unione fra il gamete maschile, ovvero lo spermatozoo, e quello femminile, che viene chiamato ovocita, così da ottenere una gravidanza. Le cause che richiedono il ricorso alla PMA sono estremamente variabili e possono essere di tipo genetico, dovute a patologie (sia presenti che pregresse) che interessano l’uomo e la donna, abitudini di vita scorrette fino a componenti psicologiche che rendono difficile la fecondazione naturale.

La fecondazione assistita può avvenire in due modi: tramite la fecondazione in vitro e quella cosiddetta intracorporea. Inoltre, si definisce “fecondazione assistita omologa” quando vengono utilizzati solo i gameti appartenenti alla coppia genitoriale, mentre la fecondazione prende il nome di “eterologa” quando uno o entrambi i gameti provengono da donatore o donatrice esterni al nucleo della coppia.

Per quanto riguarda la procedura omologa, essa viene consigliata dai medici quando sussistono condizioni particolari (come l’anovulazione, ad esempio) e può essere eseguita sia “in vivo” che “in vitro”. Nel primo caso il gamete viene impiantato direttamente all’interno del corpo femminile, mentre nel secondo l’équipe medica si occupa di prelevare gli ovociti della donna e di fecondarli successivamente con gli spermatozoi del partner maschile.

La fecondazione eterologa

La fecondazione eterologa è una tecnica che viene utilizzata solo se il medico stabilisce, attraverso una serie rigorosi esami scientifici, che è presente una situazione di sterilità definitiva in uno o in entrambi i soggetti coinvolti.

In Italia la legge regolamenta in modo molto preciso il ricorso a questa soluzione, che viene messa in atto solo verso la conclusione di un percorso che non ha portato alcun segnale positivo.

Anche la fecondazione eterologa, sebbene si fondi sulla donazione da parte di uno o addirittura due (nel caso di sterilità di entrambi i partner) soggetti esterni alla coppia, può avvenire sia “in vivo” sia in “in vitro”.

Entrambe le tecniche di fecondazione assistita (omologa ed eterologa) necessitano comunque di personale medico altamente qualificato e, spesso, anche di una terapia psicologica adeguata che possa offrire sostegno ai partner impegnati in questo delicato percorso.

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